Gli autori
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- Svezia
- 1948-2021
- Autore
- Collaborazioni:
Ulf Nilsson è autore di oltre cento libri e albi illustrati, uno dei più importanti e amati scrittori svedesi per l’infanzia.
Nato nel 1948 a Helsingborg, in Svezia, e prematuramente scomparso a 73 anni, ha visto molte delle sue storie adattate per il teatro d’opera, il cinema, la radio, la televisione e persino per i francobolli!
I suoi libri sono carichi di spirito, immaginazione e autoironia, e raccontano l’eterna lotta fra bene e male, ma anche la presa di coscienza delle proprie paure, che si risolvono grazie alla cura amorevole verso chi è più debole.
A lungo presidente della Swedish Academy for Children’s Books, ha ricevuto numerosi premi, come l’Astrid Lindgren Preis e la targa Nils Holgersson, ed è l’unico scrittore per bambini che ha vinto per due volte il Premio August.

- Svezia
- 1937
- Autrice
- Collaborazioni:
Barbro Lindgren è autrice di molti classici per bambini e ragazzi. Una delle più amate in Svezia per il suo stile surreale, pieno di humor e fantasia, ma sempre attento ai linguaggi e agli schemi quotidiani propri dell’età dei lettori a cui le storie sono destinate.
Nata a Bromma, Stoccolma, nel 1937, frequenta un istituto artistico e lavora inizialmente come designer. Nel 1965 scrive il suo primo libro (Mattias sommar) e, grazie ai suoi studi e alle sue competenze creative, illustra anche alcuni dei suoi stessi lavori, che spaziano dai silentbook, alla poesia, dalla prosa alla fiction, pubblicando così oltre un centinaio di titoli.
Non le sono mancati riconoscimenti internazionali, tra cui il prestigioso Astrid Lindgren Preis nel 1973 e la targa Nils Holgersson nel 1977, mentre nel 2014 ha ricevuto l’Astrid Lindgren Memorial Award. È membro del PEN Club svedese e affianca alla scrittura una grande passione per la musica e la natura.
La collana i bohemini-maxi è l’esempio della longeva e felice collaborazione con l’illustratrice Eva Eriksson: premiatissime per l’originalità e l’innovazione che portarono nel panorama della letteratura per l’infanzia già più di quaranta anni fa con la stessa serie, le avventure di Max e del suo silenzioso quanto espressivo cagnolone continuano a intrattenere e divertire i bambini di oggi, a distanza di generazioni.

- Polonia
- 1957
- Autore
- Collaborazioni:
Piotr Wilkoń è un autore polacco. Ha scritto i testi di molti albi illustrati dal padre, il poliedrico artista di fama internazionale Józef Wilkoń.
Nato a Varsavia nel 1957, qui lavora per molti anni in una scuola dove insegna pittura e letteratura. Il teatro è la sua grande passione e, insieme ai giovani studenti, elabora diversi drammi e opere delle quali è regista. Il suo lavoro è anche riconosciuto nel campo del teatro d’improvvisazione.

- Polonia
- 1930
- Illustratore
- Collaborazioni:
Józef Wilkoń è un illustratore polacco di fama internazionale, pittore, scultore, creatore di manifesti e scenografie teatrali, tra i più intimi compagni di viaggio di Štěpán Zavřel.
Nasce nel 1930 nel villaggio di Bogucice in Polonia e studia prima all’Accademia di Belle Arti e poi all’Università Jagellonica di Cracovia. La sua è una tecnica mista, che predilige inchiostro e acquerello (singolare il fatto che l’artista riutilizzi l’acqua in cui tiene immersi i pennelli per dipingere), tempera e pastello. L’idea di una “illustrazione tridimensionale” che possa narrare le sue storie, gli viene dall’intaglio del legno, attività cominciata quasi per gioco, quando un giorno si era trovato a intrattenere i figli di alcuni amici. Nelle sculture, che modella con veloci colpi di ascia, è riconoscibile la stessa prontezza gestuale delle sue illustrazioni, che dipinge con grosse pennellate.
Al centro del figurativo di Wilkoń ci sono spesso gli animali e la natura, che disegna con uno stile unico e magistrale. «Innanzitutto devi sapere che aspetto ha tutto ciò che vuoi dipingere: se è un uomo, un pesce, un uccello, una foglia o un animale. Poi devi sapere come si muove il soggetto, se corre o se striscia, se nuota o se vola» – spiega Wilkoń a proposito della sua maniera di dipingere – «Per molti basta questo, fine della storia. Altri, invece, si spingono oltre e riescono così a dipingere le ore del giorno, il bagliore della Luna, il canto di un uccello. Riescono persino a disegnare il dolore e la gioia, la paura e il coraggio, e in pochi sanno raffigurare il sonno, il silenzio e addirittura l’odore e il sapore della frutta. Se arrivi a conoscere tutte queste cose, in ultimo, devi sapere come far sì che testo e immagine si completino a vicenda, in modo che nel libro la tensione salga come in una pièce teatrale, dove tutto arriva al momento giusto e nella giusta misura».
Autore poliedrico di oltre duecento libri tradotti in decine di lingue, molti dei quali sono in collaborazione con il figlio Piotr, ha ricevuto tantissimi riconoscimenti internazionali ed è esposto nelle gallerie e nei musei più importanti al mondo, da Parigi al Giappone. Ha ricevuto, tra gli altri, il Premio del Ministro della Cultura e del Patrimonio Nazionale polacco; nel 2010 è stato insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Polonia Rinata e ha ricevuto lo Scettro d’Oro della Fondazione della Cultura Polacca. Nel 2016 è stato nominato “Persona dell’anno” dalla rivista Book Literary Magazine.
Per approfondire
Foundation Culture, Józef Wilkoń, in Dove i libri cadono dal cielo. Libri, immagini e film dalla Polonia, 2000

- Repubblica Ceca
- 1932-1999
- Autore e illustratore
- Collaborazioni:
Štěpán Zavřel è uno dei protagonisti più influenti dell’illustrazione del secolo scorso, un uomo dotato di sensibilità artistica e umana fuori dall’ordinario.
La sua infanzia e la sua gioventù, segnate dalla guerra e da instabilità politica ed economica, lo spingono a sognare fin da ragazzo un mondo giusto e libero. Le sue storie racchiudono sempre, infatti, un messaggio di umanità e una profonda fiducia nei valori della famiglia e della pace fra i popoli, e comunicano anche il grande amore del maestro per l’arte e per la bellezza della natura. Fra le righe dei suoi testi e nelle sue illustrazioni emerge un messaggio di speranza per le future generazioni e un invito ai piccoli lettori a prendersi cura del mondo che li circonda, perché è a loro che appartiene.
© Museo Artistico “Štěpán Zavřel”Nato a Praga nel 1932, ama disegnare già da bambino e mostra sin da subito un precoce interesse per le figure. Dopo la maturità, prosegue gli studi frequentando i corsi di regia all’Accademia di Arti cinematografiche di Praga e comincia a lavorare come disegnatore di cartoni animati nello studio di animazione Bratři v triku, diretto dal grande Jiři Trnka. Ma la vita al di là della cortina di ferro non è affatto facile e al giovane Štěpán viene negata una regolare ammissione all’università e agli istituti con indirizzo artistico. Riesce a frequentare da “clandestino” per qualche tempo le lezioni all’Accademia di Belle Arti e alla scuola di Arti e Mestieri, fin quando, come molti altri coetanei che sognano un mondo in pace e anelano alla libertà di espressione, è costretto ad abbandonare la famiglia e la sua città natale.
Dopo una fuga rocambolesca, passata per una prigione in Jugoslavia e un campo profughi a Trieste, il giovane artista arriva a Roma dove trova rifugio presso il seminario del Pontificio Collegio Nepomuceno. Nello stesso anno, il 1959, si iscrive all’Accademia di Belle Arti dove conosce la sua compagna di corso Hélène de Franchis, con cui dieci anni dopo aprirà a Verona la galleria d’arte “Galleria La Città“ e che gli presenterà Corrado Pirzio Biroli, l’amico fraterno e fedele di tutta la vita.
Tra il 1961 e il 1966 lavora come grafico per lo Studio Rolf Seifert di Monaco e contemporaneamente come disegnatore per lo studio di animazione di Giulio Zannini e Emanuele Luzzati a Roma, con i quali collabora alla produzione di filmati per l’infanzia. Frequenta inoltre un corso biennale di scenografia e costume teatrale alla Kunstakademie di Monaco e, dal 1965 al 1968, dirige a Londra la sezione del film animato dello Studio Richard Williams.
L’incontro con Luzzati, il grande scenografo e disegnatore, è decisivo per Štěpán Zavřel che, affascinato dal suo stile elegante, matura l’idea di rendere l’illustrazione un’arte autonoma. Nasce così il suo primo albo illustrato, Il Pesce Magico, realizzato insieme all’amica Mafra Gagliardi e pubblicato nel 1966. Pienamente consapevoli dell’importanza rivestita dal libro illustrato come «prima galleria d’arte che un bambino può visitare» (Kveta Pacovská), Štěpán e Mafra creano con questa opera un importante “ponte” fra il mondo dell’arte a quello dell’infanzia. Una strada che Zavřel continuerà a seguire per tutta la sua vita artistica. Con lo stesso spirito alcuni anni più tardi, nel 1973, Zavřel fonderà a Zurigo insieme a Otakar Bozejovsky von Ravenoff la casa editrice Bohem Press, per la quale svolgerà fino al 1999, anno della sua morte, il ruolo di direttore artistico.
© Museo Artistico “Štěpán Zavřel”Nell’estate del 1967, rientrato in Italia, acquista una casa a Rugolo, piccolo paese veneto situato tra Sarmede e Montaner, che diviene ben presto un centro artistico-culturale. Qui si incontrano artisti provenienti da tutto il mondo, gli stessi che con i loro lavori costituiscono il nucleo iniziale della prima “Rassegna Internazionale dell’Illustrazione” a Sarmede, nel 1983. In breve tempo la “Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia” diventa una rassegna imprescindibile che approda anche in varie città e capitali europee, ripetendosi ogni anno fino a oggi.
Il 1988 è l’anno dei suoi primi corsi di illustrazione: inizia così la storia della Scuola Internazionale d’Illustrazione Štěpán Zavřel che nel tempo ha sfornato migliaia di artisti, molti dei quali rimangono fra i più grandi nel mondo dell’illustrazione per l’infanzia. Lo stesso Zavřel illustra nel corso della sua vita oltre trenta opere, pubblicate in tutto il mondo in più di venticinque lingue.
Consulenza e curatela editoriale di Marina Tonzig
Marina Tonzig (Padova 1977) è storica e critica d’arte, curatrice di mostre e progetti culturali dedicati all’infanzia. Dal 2009 collabora con la nostra casa editrice al “Progetto editoriale Štěpán Zavřel”, con l’obiettivo di rieditare i libri fuori catalogo del grande artista ceco e mantenerne viva la memoria umana e artistica.
Cresciuta leggendo i libri illustrati da Zavřel e sentendone parlare fin da piccola in casa della zia Mafra Gagliardi, Marina si appassiona soprattutto all’esperienza di fuggiasco di questo autore poliedrico e al suo desiderio di libertà e cosmopolitismo presenti nelle sue opere. Ne approfondisce così lo studio, specializzandosi in Storia dell’arte contemporanea con una tesi su di lui. Dal 2011 al 2022 dirige il Museo Artistico Štěpán Zavřel di Moruzzo (Udine) e oggi continua a occuparsi della catalogazione dell’artista su delega della famiglia Zavřel.
Per approfondire
- https://www.castellodibrazza.com
- https://fondazionezavrel.it
- M. Tonzig, L’arte racconta. Guida al Museo Artistico “Štěpán Zavřel”, Editrice Leonardo, Pasian di Prato, 2011
- M. Vigiak (a cura di), Il magico mondo di Štĕpán Zavřel, Biblioteca dell’Immagine, Pordenone, 2000
- M. Vigiak (a cura di), Štěpán Zavřel. Viaggiatore incantato, Edizioni Grafiche Conegliano, 2019 (seconda edizione aggiornata in occasione del ventennale dalla morte dell’artista; postfazione a cura di M. Tonzig)

- Svezia
- 1949
- Illustratrice
- Collaborazioni:
Eva Eriksson è una delle più importanti e famose illustratrici svedesi.
Prima di affermarsi come autrice per l’infanzia, però, la giovane Eva, rassicurata nella sua indecisione dal contesto promettente che la Svezia del secondo dopoguerra le offre, sogna di diventare attrice, ma anche veterinaria e ricercatrice universitaria. Quando sembra finalmente decisa a fare la designer di moda, trasferitasi appena diciannovenne dalla nativa Halmstad alla capitale Stoccolma, si iscrive alla scuola d’arte e inizia invece la sua carriera come insegnante di disegno.
Con il suo stile vibrante e bizzarro, illustrerà moltissimi libri dei più noti autori svedesi, da Ulf Nilsson a Barbro Lindgren, da Ulf Stark a Viveca Lärn, e otterrà numerosi riconoscimenti tra cui l’Astrid Lindgren Preis vinto nel 2001 e l’Emil Preis nel 2008. Dal 2003 al 2012 sarà membro della Swedish Academy for Children’s Books.
La collana che ha come protagonisti Max e il suo silenzioso quanto espressivo cagnolone, intitolata i bohemini-maxi, ripropone una celeberrima serie che ebbe molto successo in Svezia più di quaranta anni fa, confermando Eva Eriksson e Barbro Lindgren come una coppia premiatissima per l’originalità e l’innovazione che portarono nel panorama della letteratura per l’infanzia già in quegli anni e che durano ancora oggi.

- Svizzera
- 1929-2013
- Autore
- Collaborazioni:
Max Bolliger è uno degli autori di libri per bambini più conosciuti e di maggior successo in Svizzera.
Nasce nel 1929 a Schwanden, in Svizzera, e rinuncia agli studi universitari di germanistica per dedicarsi all’insegnamento nelle scuole elementari fino al 1956. A scuola incontra diversi bambini con problemi di inclusione sociale e di apprendimento, che lo stimolano a interessarsi alla psicopedagogia e ad approfondirla. Studia perciò pedagogia dal 1956 al 1961 e, dopo un decennio di attività come pedagogista curativo e docente di scuola speciale, inizia a dedicarsi alla scrittura. L’esperienza lavorativa all’Istituto di Pedagogia Terapeutica di Lucerna è determinante per la redazione delle prime opere letterarie: le sue poesie e i suoi racconti, anche per radio e televisione, sono sempre inerenti all’infanzia e all’adolescenza e spesso diventano testi per albi illustrati.
Ma la fama di Bolliger come autore è legata alla copiosa e originale produzione a tema religioso, sia cattolico che protestante. Egli, infatti, pur non schierandosi esplicitamente per una singola fede religiosa e rimanendo distante da assiomi teologici, riesce ugualmente a stimolare il lettore a intraprendere un cammino interiore, una personale indagine spirituale. Le storie di Bolliger si soffermano sull’essenzialità psicologica dei protagonisti, provano a rispondere alle stesse domande che l’autore si poneva quando si confrontava con i suoi alunni, quesiti sempre attuali e universali: chi sono, dove vanno, come si comportano con gli altri…
Il suo ruolo di mediatore della letteratura per l’infanzia, svolto in anni di insegnamento, conferenze e seminari e tramite le sue rielaborazioni della Bibbia e di testi religiosi per i più piccoli, è riconosciuto dai numerosi premi e riconoscimenti che Bolliger riceve: nel 1966 il Deutscher Jugendbuchpreis; nel 1973 lo Schweizer Jugendbuchpreis; nel 1976 il premio Matita d’Argento in Olanda; nel 1983 il Katholischer Kinderbuchpreis e nel 1991 lo Jugendbuchpreis della Conferenza Episcopale Tedesca; nel 1994 il Dottorato onorario della Facoltà di Teologia dell’Università di Zurigo, tra gli altri.
Per approfondire
- https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/011580/2015-02-18
- https://www.herder.de/autoren/b/max-bolliger
- https://atlantisverlag.ch/autoren/max-bolliger
- https://de.wikipedia.org/wiki/Max_Bolliger

- Svizzera
- 1989
- Autrice e illustratrice
Paloma Canonica si definisce una “illustranimatrice”, con uno stile personale molto riconoscibile, in cui la plasticità delle illustrazioni è un riflesso della sua formazione da animatrice stop-motion.
Le montagne svizzere dove è cresciuta e ancora risiede sono di grande ispirazione per i suoi libri, che sollecitano il lettore e il bambino a interagire con le immagini. I suoi disegni si ispirano a storie vere e a routine quotidiane e i protagonisti sono personaggi parlanti: animali che preferiscono fare la vita degli umani, bambine che vogliono fuggire dalla realtà oppure che si travestono per mimetizzarsi meglio.
Paloma è laureata in Comunicazione Visuale alla SUPSI, l’Università di Scienze Applicate e Arti della Svizzera Meridionale, e ha conseguito un master in Animazione e Illustrazione all’Università di Vigo, in Spagna. Ha ricevuto anche molti premi e riconoscimenti: nel 2017 il suo primo albo, Amici, è stato selezionato per la Biennale di Illustrazione di Bratislava e per il Premio svizzero del libro per ragazzi dell’ISMR; il libro Vado via! ha ottenuto una menzione speciale al Premio Gianni Rodari Città di Omegna nel 2019; nello stesso anno il suo lavoro è stato esposto per la retrospettiva “ABC della Svizzera” durante la Bologna Children’s Book Fair, la più importante fiera di editoria per bambini e ragazzi.

- Paesi Bassi
- 1923-2005
- Autore e illustratore
Max Velthuijs è uno dei più grandi autori e illustratori neerlandesi per l’infanzia, dotato di un ineguagliabile spirito ottimista e di sagace umorismo.
Nato a L’Aia nel 1923, ama disegnare e inventare storie già da bambino e non ha mai dimenticato quello sguardo limpido e pieno di dignità, tipicamente infantile, che gli ha permesso di raccontare le grandi avventure dei più piccoli.
Studia pittura e design all’Academie voor Beeldende Kunsten di Arnhem, dove la famiglia si è trasferita durante la Seconda Guerra Mondiale, e fa presto carriera come graphic designer disegnando manifesti politici, copertine di libri e pubblicità. In questi lavori, caratterizzati da un proprio personale equilibrio tra approccio grafico, palette di colori e qualità narrative, Velthuijs usa tinte forti e primarie, simili a quelle scelte da Picasso, Klee, Henri Rousseau e Janosch.
Inizia a illustrare libri per bambini negli anni ‘60 e le sue prime pubblicazioni mostrano similitudini con alcuni disegnatori britannici di quel periodo, come Brian Wildsmith e Gerald Rose. Velthuijs, infatti, ammette di essere stato influenzato soprattutto dalle opere di altri illustratori, non di pittori, nella ricerca di un proprio stile personale e non ama definirsi un artista: «Quello che faccio» dice «appartiene a un libro, non a un museo. Voglio che il mio lavoro sia visto e usato in casa». Unica eccezione tra i suoi “maestri” è Giorgio Morandi, che l’illustratore scopre negli anni ‘80: delle composizioni enigmatiche del pittore italiano, Velthuijs imita il colore, la forma, la bellezza naturale degli oggetti e presto le sue illustrazioni iniziano a esprimere una nuova sensibilità. Utilizzando la tempera gouache, il colore diventa più sottile, senza però perdere chiarezza, e la scelta di inserire un contorno dipinto intorno a ogni illustrazione, un bordo che contenga delicatamente le immagini consegnando loro una qualità senza tempo, dà una nuova struttura all’opera.
© DBNL Digitale Bibliotheek voor de Nederlandse LetterenNelle sue storie, anche se i protagonisti sono semplicemente disegnati con una dolce linea a pennello, le loro caratteristiche fisiche e soprattutto le loro emozioni sono perfettamente suggerite negli atteggiamenti e nei gesti espressivi che compiono.
Lo stesso Ranocchio, il suo personaggio più famoso, è un capolavoro di arguzia antropomorfa e di economia grafica. La sua bocca può essere solo una linea, ma è una linea sensibile che registra ogni guizzo di emozione. Semplice, verde e vulnerabile, Ranocchio ha una dignità commovente: è disponibile e pieno di curiosità, è premuroso ma anche impulsivo, e se commette degli errori, in qualche modo, con la sua innocenza e la sua onestà emotiva, riesce sempre a tirare fuori il meglio dai suoi amici (e dai suoi lettori).
Gli animali sono tutti della stessa dimensione, un intelligente espediente che attribuisce loro uguaglianza assoluta e, soprattutto, permette di sedersi insieme allo stesso tavolo, luogo prediletto di confronto nei racconti di Velthuijs, che, infatti, non complica le cose inserendo relazioni familiari o qualsiasi altro tipo di gerarchia. I suoi libri celebrano l’amicizia e la comunicazione, e dimostrano come una comunità basata sull’onestà, l’uguaglianza e il rispetto reciproco, possa affrontare ogni tipo di evento inaspettato, per quanto divertente, misterioso, spaventoso, triste o sconcertante sia.
Nelle sue storie ci sono anche elementi più cupi, come il pregiudizio. Ogni volta che un nuovo personaggio fa la sua comparsa in questa piccola e affiatata comunità la dinamica cambia, nuove ombre cadono e rinnovati equilibri diventano necessari. Ranocchio però accoglie incondizionatamente l’ultimo arrivato e il suo linguaggio del corpo comunica quanto sia orgoglioso quando, per esempio, Ratto diventa finalmente loro amico e quanto invece sia triste quando poi si allontana.
Pur essendo un artista essenzialmente umoristico, Velthuijs non ha mai paura di affrontare argomenti difficili e, grazie alla sua grande maestria di composizione e all’uso del colore, le sue illustrazioni comunicano sempre e ancora un senso di ordine e armonia, un messaggio di speranza. I suoi libri, come scrive Joke Linders, sono «meditazioni sulla vita stessa, autoritratti su temi enormi e difficili, capolavori di semplicità grafica e narrativa», illustrati con delicato senso della composizione, colori brillanti e dettagli minuziosi.
Nel 2003, in occasione del suo ottantesimo compleanno, viene organizzata una grande retrospettiva in suo onore e l’anno successivo riceve il prestigioso Premio Internazionale Hans Christian Andersen per il suo duraturo contributo alla letteratura per l’infanzia. Si spegne nella sua città natale nel 2005.
Per approfondire
- J. Carey, Frog and friends. The tenderness and economy of Max Velthuijs’s illustrations, https://www.theguardian.com/books/2004/dec/11/featuresreviews.guardianreview28
- T. Duijx, Winner of the 2004 Andersen Illustrator Award. Max Velthuijs, in IBBY, «Bookbird. A Journal of International Children’s Literature», vol. 42, n. 4, 2004
- J. Garrett, In memoriam Max Velthuijs, in IBBY, «Bookbird. A Journal of International Children’s Literature», vol. 43, n. 3, 2005
- J. Garrett, Laudatio for 2004 Winners Max Velthuijs and Martin Waddell, https://www.ibby.org/about/speeches/laudation-by-jeffrey-garrethttps://www.ibby.org/about/speeches/laudation-by-jeffrey-garret
- J. Linders, Max Velthuijs, in «MISCELLANY of International Symposium BIB Biennial of Illustrations Bratislava», 2005
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